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«Scrivo questo libro, per chi ama il teatro», afferma Tairov (1885-1950). Quale teatro? Un teatro che sappia «trasportare lo spettatore, verso il leggendario paese della fantasia». Come? Difendendo la propria totale autonomia creativa nei confronti di altre forme d'arte. Un teatro che abbia il coraggio di difendere le verità del teatro. Un teatro «saturo di emozione» al cui centro domini incontrastato l'attore nella sua dimensione di artista professionista. Questi Appunti di un regista, del 1921, sono una sintesi del programma base di Tairov, un regista che assieme ai grandi titani della scena russa, quali Stanislavskij, Mejerchol'd e Vachtangov, a cavallo della rivoluzione del 1917, è stato in prima linea nel processo di globale revisione della pratica registica e ha contribuito al rinnovamento del mestiere dell'attore.